Libeccio con punte a 25 nodi e onda fino a 4 metri, 17 barche in acqua divise in due raggruppamenti, ORC e Crociera rating FIV, alla ricerca della “piccola” boa.

In sintesi, questa la fotografia di una intensa e bella giornata di yachting, lo scorso sabato 9 aprile, nel mare prospiciente Palmaria e Portovenere, dove si è disputata la prima edizione della Regata della grande Boa – Trofeo Comandante Belloni.

Nata da una idea di Davide Besana, la rotta originaria che prevedeva il doppiaggio della grande Boa – ODAS Italia 1 del CNR in mezzo al mar ligure (rotta per 248° a 35 miglia da Palmaria) ha dovuto essere accorciata dagli infaticabili comitati organizzatore e di regata (presieduti da Niccolò Belloni della LNI sez. Milano e dal UdR Davide Capobianco), causa meteo avverso col forte libeccio.

Partenza nello specchio d’acqua antistante il canale di Portovenere con allineamento dalla barca comitato alla boa di partenza per 85°, una prima boa – non a caso ancora del CNR, protagonista delle scelte logistiche degli organizzatori a significare il tributo della regata all’impegno scientifico ed ambientale dell’ente – da lasciare a dritta dopo circa 3 miglia per rotta 155°, e una terza boa al vento posta 3,5 miglia a 248° da Palmaria (la stessa direzione del percorso originario verso la grande Boa) da lasciare sempre a dritta prima di rientrare con vento e mare a fil di ruota verso il traguardo posto tra Tino e Palmaria.

Dalla grande alla …piccola boa, dunque, mantenendo però intatto lo spirito originario di una manifestazione protesa verso l’alto mare, con le barche alla ideale ricerca del punto in

cui nell’ottobre del 1914 il comandante Belloni dava inizio alla temeraria fuga col sommergibile rubato per una azione personale ed improvvisa contro la flotta austriaca.

Grazie al patrocinio della Marina Militare e del Comune di Portovenere – conferito in virtù del forte legame tra il comandante Belloni, il territorio e lo sviluppo dei mezzi d’assalto della marina -, a quello dell’UVAI – da leggersi come il benvenuto nel novero delle regate d’altura -, alla determinazione mostrata da tutti gli equipaggi nel portare a termine una prova tosta nonostante il libeccio forte e le onde di oltre 4 metri, la regata ha centrato in pieno l’obiettivo di sintetizzare i valori marinareschi fatti di cimento nautico, senso della tradizione, voglia di socializzare la passione per il mare (pienamente respirata durante l’impeccabile premiazione avvenuta domenica a porto Mirabello, organizzata dalla LNI Lerici col prezioso Stefano De Dominicis di Acquaria) di cui si fa interprete da sempre la Lega Navale Italiana, organizzatrice del Trofeo con le sue sezioni di Lerici e Milano, che consolidano così una lunga collaborazione.

La cronaca sportiva della regata racconta dell’affermazione di Ojalà II (Sparkman & Stephen del 1972 di Susan Holland) con skipper Michele Frova, nella categoria ORC, seguita da Kokopelli (Sintesi 36’) e La Cucciola (SunFast 3600).

Nella categoria Crociera a rating FIV, quella più numerosa con 11 partecipanti – che vedeva quindi in palio il Trofeo Comandante Belloni -, affermazione di Small More (More 40’ di Dea dej Mari) timonata da Stefano Gentili.
Secondo posto dell’imbarcazione ViaCosì 5, (GS 40’) della sezione milanese della Lega Navale con al timone Angelo Belloni, nipote omonimo del comandante, con un distacco in tempo compensato di soli 4 secondi …determinanti nell’evitare la poco elegante consegna del trofeo alla stessa famiglia che lo metteva in palio. Terzo classificato Sula, l’Arpege di Manuele Micocci.

Grande soddisfazione tra equipaggi e organizzatori per una nuova competizione nata sotto ottimi auspici, che va ad allargare il carnet delle prove d’altura dell’alto Tirreno.
E bella figura del Trofeo Belloni (basso rilievo con tecnica a sbalzo della scultrice Silvia Scarpellini raffigurante il sommergibile rubato in emersione che incrocia il Tarantella timonato da Giulio Belloni, figlio del comandante, sullo sfondo delle bocche di San Pietro) testimoniato dal rammarico di Michele Frova di Ojalà nel realizzare di aver corso nella categoria sbagliata …perché la meno numerosa.

Appuntamento allora alla prossima edizione, sempre gagliarda, ancor più partecipata.